Fin dall’antichità l’uomo, per il suo sostentamento, era obbligato ad avvalersi di ciò che la natura gli offriva. Con la nascita dell’agricoltura si è passati da un’economia di sfruttamento delle risorse naturali ad una basata sulla domesticazione delle piante e animali; ciò ha contribuito notevolmente al miglioramento delle condizioni di vita, ma il rovescio della medaglia è che nel tempo si è avuta la perdita di specie e/o varietà vegetali localmente tipiche. Detto questo, e constato che è irrealistico considerare di tornare indietro nel percorso evolutivo alimentare, è auspicabile l’introduzione di una sostenibile e ponderata orticoltura moderna che possa offrire una gamma differenziata di prodotti in grado di acquisire un notevole valore per l’umanità e una ripercussione positiva sotto numerosi punti di vista. Al fine di raggiungere questo scopo riteniamo che la costituzione degli Orti Urbani possa essere una strada direttamente percorribile da ogni cittadino. Per “Orto Urbano” si intende una porzione di territorio pubblico, immediatamente vicino ai centri densamente popolati, adibita alla coltivazione collettiva di ortaggi, alberi da frutto, fiori. In Italia questo tipo di iniziative sono abbastanza diffuse e spesso riservate ai pensionati, ma dietro a questo microcosmo urbano c’è molto di più. Coloro i quali si dedicano maggiormente a questa pratica, è vero, sono gli anziani, ma la realtà ortiva può assumere una grande importanza per tutte le generazioni sia dal punto di vista sociale che comunitario. Gli orti urbani costituiscono anche un punto di incontro per la comunità, un’alternativa fruttuosa per le persone che, piuttosto che rinchiudersi in casa a fissare la TV, escono nei giardini e nei cortili, parlano fra loro, si confrontano sui prodotti che coltivano, regalano al vicino il frutto del proprio orto. Dal punto di vista ambientale, dicevamo; l’orto può costituire, un’alternativa su piccola scala alla grande agricoltura intensiva basata su ritmi di coltivazione frenetici, incuranti dei cicli naturali, sull’ampio utilizzo di pesticidi, fitofarmaci, fertilizzanti, strumenti atti a conseguire – secondo la logica capitalistica della “crescita a ogni costo”. È inutile dilungarsi a spiegare le conseguenze negative di queste pratiche: alterazione dei cicli naturali, inquinamento del suolo e dell’aria, progressiva riduzione della biodiversità, fino ad arrivare al consumo di prodotti di qualità scadente, spesso addirittura dannosi per la salute di chi li consuma.
Nella coltivazione dell’orto non c’è ricerca del profitto e dell’ottimizzazione della produzione, concetti inconciliabili con un approccio sincero ai cicli di produzione naturali. La cura dell’orto avviene attraverso metodi tradizionali, frutto dell’antica sapienza contadina, rispondenti a un’esigenza di semplice sostentamento e autoproduzione.
Riteniamo che gli Orti Urbani possano essere uno strumento molto efficace al fine di raggiungere i seguenti obiettivi:
- creare luoghi di forte aggregazione anche intergenerazionale
- riavvicinare le persone alla terra
- coltivare varietà antiche preservandole dall’estinzione
- valorizzare i saperi agricoli della tradizione
- dare spazio alle scuole per attività educative
- produrre cibo di ottima qualità rispettoso dell’ambiente
- divulgare l’importanza della cultura alimentare
Creare luoghi di forte aggregazione anche intergenerazionale
Costruire un luogo in cui giovani e meno giovani si incontrano, si scambiano informazioni e punti di vista. L’orto sarà anche luogo di convivio, dove poter semplicemente passare del tempo in compagnia magari assaggiando gli ortaggi.
Per soddisfare questo punto saranno fondamentali: Auser, ARCI, UTE, Slow Food BF.
Riavvicinare le persone alla terra
É facilmente dimostrabile come il contatto fisico con la terra sia in grado di dare benefici psicologici spesso sottovalutati. Esso influisce molto anche nel contrastare fattori che incidono negativamente sulla vita umana come inquinamento, stress e mancanza di esercizio fisico. L’esistenza di spazi per la partecipazione attiva alla coltivazione di specie ortive e/o di giardinaggio si è anche dimostrato importante come terapia per disabili e portatori di handicap. Tutte le persone che avranno in concessione un pezzo di terra saranno debitamente formate.
Per soddisfare questo punto saranno fondamentali: Auser, CAMPP, Ass. Biodinamica, SOI
É fondamentale prevedere una sezione in cui possa essere valorizzata la componente localmente tipica e tradizionale del territorio. L’Orto Urbano di Cervignano sarà una sorta di banca del germoplasma a cielo aperto. I semi antichi avranno uno spazio dedicato che chiameremo “banca” e, al tempo stesso, saranno utilizzati dagli ortolani anche nei piccoli appezzamenti. Oltre ad essere un patrimonio culturale importantissimo, le specie vegetali antiche si dimostrano molto resistenti agli agenti patogeni e ai parassiti.
Per soddisfare questo punto saranno fondamentali: Ass. Biodinamica, Slow Food BF, WWF Friuli V.G.
4. È indispensabile l’individuazione di alcuni “nonni ortolani custodi del sapere” che possano mettere a disposizione le proprie conoscenze e il proprio tempo. Sarà a disposizione un “diario dell’orto” dove chiunque potrà annotare le proprie esperienze e le proprie impressioni. Il “diario dell’orto” sarà conservato ed eventualmente pubblicato annualmente.
Per soddisfare questo punto saranno fondamentali: AUSER, Ass. Biodinamica, Slow Food BF, UTE.
5. Le scuole di Cervignano del Friuli e comuni limitrofi che vorranno partecipare al progetto, avranno uno spazio a disposizione per svolgere attività didattiche con i bambini.
Per soddisfare questo punto saranno fondamentali: AUSER, Ass. Biodinamica, Slow Food BF.
6. Nel rispetto del regolamento dell’Orto Urbano, è vietato utilizzare fertilizzanti, diserbanti e antiparassitari di sintesi chimica. Questo servirà da spunto per introdurre un ragionamento sulle buone pratiche ambientali strettamente collegate alla produzione di cibo, alla gestione dei rifiuti e al compostaggio.
Per soddisfare questo punto saranno fondamentali: Ass. Biodinamica, Legambiente, WWF Friuli V.G.
7. Il cibo è il frutto della nostra identità, ciascuno si riconosce anche in base a ciò che mangia, a ciò che gli piace e lo appaga. Attraverso l’uso di pubblicazioni, internet, video e immagini, ci poniamo l’obiettivo di raccontare a più persone possibili quanto sia importante nutrirsi in modo naturale e misurato.
Per soddisfare questo punto saranno fondamentali: AUSER, Ass. Biodinamica, Legambiente, Slow Food BF, ARCI, UTE.
“Vogliamo stimolare un approccio diverso con il mondo che ci circonda -sia vegetale, che animale, che umano- che abbia come fine ultimo il rispetto e l’integrazione in equilibrio con l’ambiente.”